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Dueinmoto: il blog del mototurista!
Benvenuti!
Lo scopo di questo blog nasce dalla voglia di far conoscere chi come noi vive la passione per le due ruote e per i giri; non sempre chilometricamente lunghi ma sicuramente sempre circondati da paesagi piacevoli e prettamente "mototuristici".
Spero di riuscire ad aggiornarlo spesso, sono accetti consigli e soprattutto spero di poter dare a questo blog una funzione importantissima: conoscersi e far conoscere chi nel sangue ha la passione per le due ruote, indipendentemente se scooter o moto.
Navigando per il blog troverete itinerari a breve e a lungo raggio, suddivisi per regione e in costante sviluppo, una sezione tecnica, link a previsioni meteo e info sul mondo a due ruote.
Per il momento buona lettura a tutti e, per dirla in gergo "UN DOPPIO LAMP" !!!
Lo scopo di questo blog nasce dalla voglia di far conoscere chi come noi vive la passione per le due ruote e per i giri; non sempre chilometricamente lunghi ma sicuramente sempre circondati da paesagi piacevoli e prettamente "mototuristici".
Spero di riuscire ad aggiornarlo spesso, sono accetti consigli e soprattutto spero di poter dare a questo blog una funzione importantissima: conoscersi e far conoscere chi nel sangue ha la passione per le due ruote, indipendentemente se scooter o moto.
Navigando per il blog troverete itinerari a breve e a lungo raggio, suddivisi per regione e in costante sviluppo, una sezione tecnica, link a previsioni meteo e info sul mondo a due ruote.
Per il momento buona lettura a tutti e, per dirla in gergo "UN DOPPIO LAMP" !!!
sabato 29 dicembre 2012
Menù
In questo menù c'e' tutto il mio blog; selezionate il link che vi interessa e....buona lettura!!
sabato 1 settembre 2012
Policastro Bussentino e Maratea
Esistono dei posti che lasciano in ognuno di noi un ricordo indelebile, magari legato all'adolescenza, che non stancano mai e che fa' sempre piacere rivisitare.
Nel mio caso, il posto si chiama Policastro; un piccolo paesino in riva al mare ospitato nel piccolo tratto di costra della Basilicata, piu' precisamente nel Parco Nazionale del Cilento.
Erano gia' un po' di anni che non adavo a rivisitare questi posti, l'occasione e' venuta semplicemente decidendo di partire la mattina presto e di tornare il giorno successivo....giusto il tempo di rispolverare qualche ricordo e di farsi una buona mangiata di pesce :D
Oltretutto Patrizia era al lavoro....non posso mica rimanere a casa con la moto ferma!! :D
Cosi', alle sei e mezza della mattina successiva, il fido Aquilante era gia' puntato in direzione sud per percorrere tutta la costa (evitando il più possibile le autostrade).
La strada scelta e' stata quella che parte dal litorale laziale e segue fino a Fondi, successivamente direzione Napoli e infine Salerno; da quest'ultima si prende la strada che attraversa il Parco del Cilento.
Ci sono 2 modi di attraversare questo bellissimo parco; il primo e' puramente "montuoso" mentre il secondo parte da Agropoli e prosegue verso Acciaroli, Marina di Camerota, Scario,Policastro Bussentino....fino a Maratea.
Questo e' l'itinerario, se qualcuno lo volesse seguire glielo consiglio caldamente ;)
Itinerario Parco del Cilento
Devo dire che era un bel po' che non stavo in sella cosi' tanto e oltretutto da solo, e' stata un'esperienza veramente bella; la moto si e' comportata egregiamente e ha consumati pochissimo.
Trattandosi infatti di strade statali e sommando alle velocita' gia' basse di suo la voglia di farsi una passeggiata senza badare al tempo, sono riuscito a tenere una media dei 28 km/l....non male per un 850 eh?! ;)
Giunto sul posto, e trattandosi del 17 di agosto e quindi di un perodo ancora molto turistico, sono riuscito a trovare una stanzetta all'agriturismo Monteleone (appena arrivati a Policastro alla vostra sinistra).
Il posto non e' niente di che ma aveva quello di cui avevo bisogno: un letto, una doccia e un prezzo abbordabile (30 € colazione compresa).
Quì Aquilante appena arrivati...
Cosi', dopo una doccia rigenerante, sono ripartito in sella per dirigermi alla foce del Fiume Bussento, il posto delle mie vacanze in tenera eta' per 12 anni consecutivi...
Devo dire che, anche se sono passati un po' di anni, il posto e' rimasto pressappoco com'era: pochissime infrastrutture e un ambiente ancora selvaggio.
Ok, ora basta pensare al passato e guardiamo avanti: si risale in sella e si prosegue fino a Maratea passando per Sapri...questo e' il suo lungomare...
Fino a Sapri e' tutta una passeggiata da gustare a bassi giri, l'occasione per godere sia della vista che della guida arriva subito dopo ovvero quando comincia la SS18 con le sue curve e i suoi tornanti...
L'unico inconveniente e' che, a volte, è impossibile guidare e basta....senza fermarsi a guardare il panorama.. :D
...cosi' fino a Maratea...
Nel mio caso, il posto si chiama Policastro; un piccolo paesino in riva al mare ospitato nel piccolo tratto di costra della Basilicata, piu' precisamente nel Parco Nazionale del Cilento.
Erano gia' un po' di anni che non adavo a rivisitare questi posti, l'occasione e' venuta semplicemente decidendo di partire la mattina presto e di tornare il giorno successivo....giusto il tempo di rispolverare qualche ricordo e di farsi una buona mangiata di pesce :D
Oltretutto Patrizia era al lavoro....non posso mica rimanere a casa con la moto ferma!! :D
Cosi', alle sei e mezza della mattina successiva, il fido Aquilante era gia' puntato in direzione sud per percorrere tutta la costa (evitando il più possibile le autostrade).
La strada scelta e' stata quella che parte dal litorale laziale e segue fino a Fondi, successivamente direzione Napoli e infine Salerno; da quest'ultima si prende la strada che attraversa il Parco del Cilento.
Ci sono 2 modi di attraversare questo bellissimo parco; il primo e' puramente "montuoso" mentre il secondo parte da Agropoli e prosegue verso Acciaroli, Marina di Camerota, Scario,Policastro Bussentino....fino a Maratea.
Questo e' l'itinerario, se qualcuno lo volesse seguire glielo consiglio caldamente ;)
Itinerario Parco del Cilento
Devo dire che era un bel po' che non stavo in sella cosi' tanto e oltretutto da solo, e' stata un'esperienza veramente bella; la moto si e' comportata egregiamente e ha consumati pochissimo.
Trattandosi infatti di strade statali e sommando alle velocita' gia' basse di suo la voglia di farsi una passeggiata senza badare al tempo, sono riuscito a tenere una media dei 28 km/l....non male per un 850 eh?! ;)
Giunto sul posto, e trattandosi del 17 di agosto e quindi di un perodo ancora molto turistico, sono riuscito a trovare una stanzetta all'agriturismo Monteleone (appena arrivati a Policastro alla vostra sinistra).
Il posto non e' niente di che ma aveva quello di cui avevo bisogno: un letto, una doccia e un prezzo abbordabile (30 € colazione compresa).
Quì Aquilante appena arrivati...
Cosi', dopo una doccia rigenerante, sono ripartito in sella per dirigermi alla foce del Fiume Bussento, il posto delle mie vacanze in tenera eta' per 12 anni consecutivi...
Devo dire che, anche se sono passati un po' di anni, il posto e' rimasto pressappoco com'era: pochissime infrastrutture e un ambiente ancora selvaggio.
Ok, ora basta pensare al passato e guardiamo avanti: si risale in sella e si prosegue fino a Maratea passando per Sapri...questo e' il suo lungomare...
Fino a Sapri e' tutta una passeggiata da gustare a bassi giri, l'occasione per godere sia della vista che della guida arriva subito dopo ovvero quando comincia la SS18 con le sue curve e i suoi tornanti...
L'unico inconveniente e' che, a volte, è impossibile guidare e basta....senza fermarsi a guardare il panorama.. :D
...cosi' fino a Maratea...
e fino al Cristo Redentore che domina il piccolo borgo e la scogliera sottostante...
Arrivato a Maratea, sosta sigaretta e via di nuovo verso Policastro......ripassero' per Sapri quasi all'ora del tramonto e la foto mi sembra d'obbligo!!! ;)
Bene, queste sono state le mie vacanze; 950 km in 2 giorni, da solo, ripercorrendo dei posti che in me hanno lasciato un segno.
Visitateli anche voi, sono sicuro lasceranno anche a voi le stesse emozioni che hanno lasciato a me.
Alla prossima!!!
lunedì 28 maggio 2012
Toscana
Itinerario n°1: Capalbio, Manciano, Saturnia, Bolsena
Questo itinerario nasce dalla voglia di tornare a vedere un po' di Maremma, le sue colline e i suoi dolci paesaggi, uniti da strade fantastiche la rendono sempre un posto invitante per chiunque abbia due ruote a disposizione....e oltretutto oggi e' finalmente una bellissima giornata!!
Cosi', alzati di buon ora (la partenza è stata intorno alle 08:30), saliamo in sella ad Aquilante e via...
La strada scelta, stavolta con un pò di titubanza per la velocità ridotta e la presenza di molti autovelox, è stata l'Aurelia....al link che segue potete visualizzare il percorso.
Percorso Maremma
Superata Civtavecchia, il panorama passa da quello industriale a quello più selvaggio: il mare alla vostra sinistra sarà un buon compagno di viaggio per buona parte del percorso; sulla destra potrete invece ammirare colline tipiche della maremma e casolari immersi nel verde....veramente un bel vedere.
Poco dopo il bivio per Vulci, troverete le indicazioni per Capalbio; lasciate quindi l'Aurelia (che sicuramente non vi avra' troppo entusiasmato per la guida) e cominciate a scaldare le gomme sulla strada alberata che porta in questo bellissimo paese rinascimentale arroccato su una collina.
Intanto qualche "assaggio panoramico", tanto per rendere l'idea:
Una volta giunti a Capalbio e dopo aver parcheggiato la moto, troverete una piazzetta con una scultura molto "particolare":
Difronte alla piazzetta (vi consigliamo l'affaccio per guardare un po' il panorama), c'e' l'ingresso principale del paese:
Prima di passare sotto "la porta" d'ingresso, c'e' la possibilità di visitare perimetralmente le mura che per anni hanno difeso questo interessante paese; quì sotto una foto...
Ogni angolo e' molto curato e i fiori regnano su ogni possibile posto...
Capalbio e' un peseino che offre uno scorcio di sè ad ogni angolo; troverete soggetti interessanti ad ogni passo che farete...
Questo e' un altro "passaggio" murario..
.....che offre un panorama a dir poco rilassante...
Molto interessante e' il castello; purtroppo siamo capitati fuori orario di visite e quindi ci siamo accontentati di qualche foto dall'esterno.....ma ci torneremo! ;)
Anche la chiusa, opposta al castello, merita una sosta...
Il simbolo di Capalbio è costituito dalla testa albina fin dal periodo medievale, sorretta dal caratteristico leone senese che fu aggiunto nel quattrocento.
Bene, Capalbio e' stata un paese che meritava una visita ma....non possiamo mica trascurare il richiamo della strada!
Si risale in moto e via, direzione terme di Saturnia; per arrivarci dovremo attraversare Manciano...
Guidare in Maremma e' molto difficile; non tanto per le strade che invitano ad una guida veloce e pulita....tanto per la distrazione che i panorami offrono; meriterebbero molto più foto ma come ben sapete non ci si può fermare troppo...
...chi guida quindi dovra' rinunciare al "piacere degli occhi" ma potrà letteramente godere al "piacere della strada"!
Cosi', curva dopo curva, profumo dopo profumo....si arriva a Saturnia, la nota località termale!!
L'accesso alle terme e' gratuito e consistono in pozze naturali scavate dal flusso delle acque...ragazzi, ve le consiglio veramente!!
....apparte l'inconveniente dell'odore di zolfo che vi resterà addosso per un po'! :D
Visto che siamo tra "dueruotisti", vi consiglio di parcheggiare il mezzo appena entrati nella strada che porta alle terme (troverete una sbarra con il passaggio abbastanza largo per le moto); la vostra cavalcatura stara' tranquilla e potete comodamente godervi questo paradiso!
Stavolta per noi niente bagno, siamo partiti con l'idea di fare strada e cosi' ci dirigiamo al paese (distante circa 3 km) per una sosta e un caffè all'ombra degli alberi della piazza centrale..
Bene, la pausa e' stata veramente utile....ora si riparte, direzione Pitigliano!
Chi non e' mai stato in questo suggestivo paese prenda nota e cerchi di andarci....vale veramente la pena!
E' stato costruito (come altri paesi nelle vicinanze) interamente sul tufo e da fuori gia' rende l'idea...
Questa è una cartina della zona...i posti sono tutti bellissimi...
Questa è l'immancabile foto ad Aquilante durante una sosta... :D
Da Pitigliano, proseguendo verso Viterbo, vi troverete il lago di Bolsena alla vostra destra....merita una passeggiata sul lungolago se non ci siete mai stati!
Nel caso nostro, essendoci stati gia' varie volte, ci limitiamo ad una foto...
Questa invece e' Bolsena vista "da fuori"...
Da qui' in poi l'itinerario passa per Viterbo, Vetralla, Sutri e continua sulla Cassia fino a Roma...
I chilometri sono stati circa 420, la stanchezza un po' si e' fatta sentire la sera ma vi assicuro che i posti visitati ne valgono veramente la pena!
Ciao belli, alla prox!!
Questo itinerario nasce dalla voglia di tornare a vedere un po' di Maremma, le sue colline e i suoi dolci paesaggi, uniti da strade fantastiche la rendono sempre un posto invitante per chiunque abbia due ruote a disposizione....e oltretutto oggi e' finalmente una bellissima giornata!!
Cosi', alzati di buon ora (la partenza è stata intorno alle 08:30), saliamo in sella ad Aquilante e via...
La strada scelta, stavolta con un pò di titubanza per la velocità ridotta e la presenza di molti autovelox, è stata l'Aurelia....al link che segue potete visualizzare il percorso.
Percorso Maremma
Superata Civtavecchia, il panorama passa da quello industriale a quello più selvaggio: il mare alla vostra sinistra sarà un buon compagno di viaggio per buona parte del percorso; sulla destra potrete invece ammirare colline tipiche della maremma e casolari immersi nel verde....veramente un bel vedere.
Poco dopo il bivio per Vulci, troverete le indicazioni per Capalbio; lasciate quindi l'Aurelia (che sicuramente non vi avra' troppo entusiasmato per la guida) e cominciate a scaldare le gomme sulla strada alberata che porta in questo bellissimo paese rinascimentale arroccato su una collina.
Intanto qualche "assaggio panoramico", tanto per rendere l'idea:
Una volta giunti a Capalbio e dopo aver parcheggiato la moto, troverete una piazzetta con una scultura molto "particolare":
Difronte alla piazzetta (vi consigliamo l'affaccio per guardare un po' il panorama), c'e' l'ingresso principale del paese:
Ogni angolo e' molto curato e i fiori regnano su ogni possibile posto...
Capalbio e' un peseino che offre uno scorcio di sè ad ogni angolo; troverete soggetti interessanti ad ogni passo che farete...
Questo e' un altro "passaggio" murario..
.....che offre un panorama a dir poco rilassante...
Molto interessante e' il castello; purtroppo siamo capitati fuori orario di visite e quindi ci siamo accontentati di qualche foto dall'esterno.....ma ci torneremo! ;)
Anche la chiusa, opposta al castello, merita una sosta...
Il simbolo di Capalbio è costituito dalla testa albina fin dal periodo medievale, sorretta dal caratteristico leone senese che fu aggiunto nel quattrocento.
Bene, Capalbio e' stata un paese che meritava una visita ma....non possiamo mica trascurare il richiamo della strada!
Si risale in moto e via, direzione terme di Saturnia; per arrivarci dovremo attraversare Manciano...
Guidare in Maremma e' molto difficile; non tanto per le strade che invitano ad una guida veloce e pulita....tanto per la distrazione che i panorami offrono; meriterebbero molto più foto ma come ben sapete non ci si può fermare troppo...
...chi guida quindi dovra' rinunciare al "piacere degli occhi" ma potrà letteramente godere al "piacere della strada"!
L'accesso alle terme e' gratuito e consistono in pozze naturali scavate dal flusso delle acque...ragazzi, ve le consiglio veramente!!
....apparte l'inconveniente dell'odore di zolfo che vi resterà addosso per un po'! :D
Visto che siamo tra "dueruotisti", vi consiglio di parcheggiare il mezzo appena entrati nella strada che porta alle terme (troverete una sbarra con il passaggio abbastanza largo per le moto); la vostra cavalcatura stara' tranquilla e potete comodamente godervi questo paradiso!
Stavolta per noi niente bagno, siamo partiti con l'idea di fare strada e cosi' ci dirigiamo al paese (distante circa 3 km) per una sosta e un caffè all'ombra degli alberi della piazza centrale..
Bene, la pausa e' stata veramente utile....ora si riparte, direzione Pitigliano!
Chi non e' mai stato in questo suggestivo paese prenda nota e cerchi di andarci....vale veramente la pena!
E' stato costruito (come altri paesi nelle vicinanze) interamente sul tufo e da fuori gia' rende l'idea...
Questa è una cartina della zona...i posti sono tutti bellissimi...
Questa è l'immancabile foto ad Aquilante durante una sosta... :D
Da Pitigliano, proseguendo verso Viterbo, vi troverete il lago di Bolsena alla vostra destra....merita una passeggiata sul lungolago se non ci siete mai stati!
Nel caso nostro, essendoci stati gia' varie volte, ci limitiamo ad una foto...
Questa invece e' Bolsena vista "da fuori"...
Da qui' in poi l'itinerario passa per Viterbo, Vetralla, Sutri e continua sulla Cassia fino a Roma...
I chilometri sono stati circa 420, la stanchezza un po' si e' fatta sentire la sera ma vi assicuro che i posti visitati ne valgono veramente la pena!
Ciao belli, alla prox!!
domenica 13 maggio 2012
Sostituzione ammortizzatore Tdm 850
Chilometri e anni......nel caso di Aquilante sono 12 i primi e 84.000 i secondi...
....e sarebbe pure ora di dare una "messa in piega" al reparto sospensioni. :D
Per quello che riguarda l'anteriore, ho gia' provveduto l'anno scorso sostituendo (non io, il mio amico meccanico) olio e paraoli; il mono posteriore, invece, era ancora nello stato originale.
Cosi', spinto da un acquisto ad un buon prezzo, decido di prendere un ammortizzatore (originale ma in buono stato) e di sostituirlo.
Prima di passare alla fase meccanica (che bello, le mani sporche :D ) devo ammettere che cio' che mi era stato detto sugli ammortizzatori s'e' rivelato verissimo: ci si abitua e senza accorgercene guidiamo un mezzo diverso da quello che avevamo preso anni prima....e per noi e' la piu' totale normalita'.
Ci si abitua, un po' come in tutte le cose; le cirve si impostano diversamente, eventuali correzioni diventano abitudini che si radicano chilometro dopo chilometro.
Fino a quando, spinti da qualche mero fattore, si cambiano; da quel chilometro in poi avrete modo di rendervi conto che la penserete proprio come me adesso (e in quel caso offrite la birretta :D ).
Ok, l'ammortizzatore e' arrivato a casa, il lavoro sembra semplice ma (c'e' SEMPRE un MA).....come faccio ad alzarla per scaricare il posteriore e sostituire l'ormai "feticcio"?
Vi giuro che ho pensato a tutte le possibili soluzioni: crick a destra e a manca, tavole di legno come se piovessero ma....nessuna soluzione era valida (soprattutto se ci si trova a fare il lavoro da soli).
Nel mio caso, sono stato letteralmente "salvato" dal buon Roby (trovate il sito del suo blog tra i siti amici).
Difatti lui, che evidentemente ha gia' sperimentato difficolta' simili (probabilmente avra' ormai la pellaccia dura per queste cose), possiede uno "SCIUPASOLDI".
Non fatevi ingannare dall'ingenuo nomignolo, e' una realizzazione fondamentale quando si ha la necessità di alzare qualcosa di molto pesante; oltretutto consente di lavorare a 360 intorno all'oggetto....veramente 100 punti!
Ok, raggiunto il buon Roby cone due birrette a seguito e dopo i saluti di rito, cominciamo subito a mettere le "mani in pasta"
Questa e' stata la soluzione scelta: SCIUPASOLDI con corda annessa:
Quì nei primi momenti di "imbragatura" e durante il lavoro (poche foto, pensavamo a "giocare" :D) .
Dopo aver verificato qual'era il punto migliore per evitare che la moto "scodasse" una volta alzata, smontiamo il parafango (4 bulloncini da 10) e liberiamo i bulloni all'estremita del mono (1 bullone da 17 e un bullone da 14).
Cosi', tra una risata e la simpatica compagnia del figlio di Roberto (che secondo me tra 2 anni sarà in grado di smontargli la moto :D), procediamo a liberare totalmente il mono sfilandolo e inclinandolo verso dietro.
A questo punto il grosso e' fatto, non resta altro che eseguire gli stessi passi al contrario quindi:
Nel caso dovesse capitare fermatevi, fumatevi una sigaretta (per chi non fuma....puo' guardare l'altro :D ) e riprocedete mentalmente tutta la procedura.
Ok, Aquilante ora ha riacquistato un po' della sua giovinezza, e' il momento della merirata birra!!!
Non mi soffermo sul fatto che la moto e' letteralmente cambiata: molto piu' stabile e precisa in curva, nessun ondeggiamento neanche nelle curve in sequenza.....bellissimo!!!
Un grazie in particolare va' di sicuro a Roberto e al suo SCIUPASOLDI!
....e sarebbe pure ora di dare una "messa in piega" al reparto sospensioni. :D
Per quello che riguarda l'anteriore, ho gia' provveduto l'anno scorso sostituendo (non io, il mio amico meccanico) olio e paraoli; il mono posteriore, invece, era ancora nello stato originale.
Cosi', spinto da un acquisto ad un buon prezzo, decido di prendere un ammortizzatore (originale ma in buono stato) e di sostituirlo.
Prima di passare alla fase meccanica (che bello, le mani sporche :D ) devo ammettere che cio' che mi era stato detto sugli ammortizzatori s'e' rivelato verissimo: ci si abitua e senza accorgercene guidiamo un mezzo diverso da quello che avevamo preso anni prima....e per noi e' la piu' totale normalita'.
Ci si abitua, un po' come in tutte le cose; le cirve si impostano diversamente, eventuali correzioni diventano abitudini che si radicano chilometro dopo chilometro.
Fino a quando, spinti da qualche mero fattore, si cambiano; da quel chilometro in poi avrete modo di rendervi conto che la penserete proprio come me adesso (e in quel caso offrite la birretta :D ).
Ok, l'ammortizzatore e' arrivato a casa, il lavoro sembra semplice ma (c'e' SEMPRE un MA).....come faccio ad alzarla per scaricare il posteriore e sostituire l'ormai "feticcio"?
Vi giuro che ho pensato a tutte le possibili soluzioni: crick a destra e a manca, tavole di legno come se piovessero ma....nessuna soluzione era valida (soprattutto se ci si trova a fare il lavoro da soli).
Nel mio caso, sono stato letteralmente "salvato" dal buon Roby (trovate il sito del suo blog tra i siti amici).
Difatti lui, che evidentemente ha gia' sperimentato difficolta' simili (probabilmente avra' ormai la pellaccia dura per queste cose), possiede uno "SCIUPASOLDI".
Non fatevi ingannare dall'ingenuo nomignolo, e' una realizzazione fondamentale quando si ha la necessità di alzare qualcosa di molto pesante; oltretutto consente di lavorare a 360 intorno all'oggetto....veramente 100 punti!
Ok, raggiunto il buon Roby cone due birrette a seguito e dopo i saluti di rito, cominciamo subito a mettere le "mani in pasta"
Questa e' stata la soluzione scelta: SCIUPASOLDI con corda annessa:
Quì nei primi momenti di "imbragatura" e durante il lavoro (poche foto, pensavamo a "giocare" :D) .
Dopo aver verificato qual'era il punto migliore per evitare che la moto "scodasse" una volta alzata, smontiamo il parafango (4 bulloncini da 10) e liberiamo i bulloni all'estremita del mono (1 bullone da 17 e un bullone da 14).
Cosi', tra una risata e la simpatica compagnia del figlio di Roberto (che secondo me tra 2 anni sarà in grado di smontargli la moto :D), procediamo a liberare totalmente il mono sfilandolo e inclinandolo verso dietro.
A questo punto il grosso e' fatto, non resta altro che eseguire gli stessi passi al contrario quindi:
- Inserire il nuovo mono
- Fissare i bulloni e i rispettivi dadi
- Rimontare il parafango posteriore
Nel caso dovesse capitare fermatevi, fumatevi una sigaretta (per chi non fuma....puo' guardare l'altro :D ) e riprocedete mentalmente tutta la procedura.
Ok, Aquilante ora ha riacquistato un po' della sua giovinezza, e' il momento della merirata birra!!!
Non mi soffermo sul fatto che la moto e' letteralmente cambiata: molto piu' stabile e precisa in curva, nessun ondeggiamento neanche nelle curve in sequenza.....bellissimo!!!
Un grazie in particolare va' di sicuro a Roberto e al suo SCIUPASOLDI!
venerdì 27 aprile 2012
Lavare la moto...un momento Zen!!
Croce e delizia dei motociclisti, lavare la moto per me e' un momento Zen; una porzione di tempo da dedicare alla cura della mia moto e una distrazione dalle varie "rotture" quotidiane.
Ma come si lava la moto??
Ci sono varie "scuole"; il tutto dipende dalla possibilità che si ha.
Io, non avendo modo di poter usare il tubo con l'acqua, vado all'autolavaggio a gettoni (quelli cleassici aperti 24h su 24).
Ma cominciamo con i materiali necessari:
Spruzzare liquido lavamotore sul motore (tassativamente freddo per evitare shock termici) e su tutti i punti in cui c’è la presenza di cumuli di grasso e sporcizia.
Una volta finito con il lavamotore, passiamo alla lancia.
Bagnare tutta la moto esclusivamente con acqua per eliminare la polvere (mi raccomando di non avvicinarvi troppo con l'acqua a pressione...io mi tengo di solito ad un paio di metri in modo di "nebulizzare" l'acqua facendo attenzione al motore, ai dispositivi elettrici come i fusibili o l’antifurto e il filtro dell’aria).
Arrivati al motore, abbiate cura di rimuovere eventuali residui di liquido lavamotore passato in precedenza. Ora passiamo allo spugnatura moderando la forza senza eccedere.
Rapido risciacquo e, se necessario, secondo passaggio di shampoo.
Adesso si può passare alla seconda fase: l'asciugatura.
Passare la pelle di daino per rimuovere l'acqua in eccesso e, se possibile, soffiare tutti i blocchetti e le parti "sensibili" con dell'aria compressa.
Dopo aver asciugato la moto, bisogna intervenire l'eventuale umidità nei componenti elettrici; io utilizzo il WD40 ma esistono anche spary piu' comuni ugualmente validi (Crc et simili).
Spruzzarne un pò dentro tutte le serrature e nei contatti elettrici (evitare di fare arrivare sui dischi dei freni prodotti lubrificanti).
Passiamo ora alla lucidatura; io consiglio l’uso del Synpol per una versdatilità anche su parabrezza, fari e forcelle; appena asciugato bisogna munirsi di panno in microfibra e lustrare a fondo.
Una volta che la moto è asciutta passare il grasso sulla catena evitando naturalmente di risporcare la moto ed evitando grumi e ammassi. (EVITARE ASSOLUTAMENTE DI INGRASSARE LA CATENA
CON IL MOTORE ACCESO E LA MARCIA INGRANATA).
Una volta finito non ci resta da testare il lavoro appena concluso.
A motore acceso, controllo generale dell’impianto elettrico, clacson, frecce, stop, posizione, anabbaglianti e abbaglianti. Tirare giù la moto dal cavalletto e fare un giretto per riscaldare per bene il motore eliminando completamente l’umidità.
Testare i freni per verificare che ci sia una risposta pronta; nel caso si fossero sporcati i dischi utilizzare uno sgrassatore spray.
Funziona tutto??E' venuta pulitissima???
Ok, allora adesso.....buon giro!!!!
Ma come si lava la moto??
Ci sono varie "scuole"; il tutto dipende dalla possibilità che si ha.
Io, non avendo modo di poter usare il tubo con l'acqua, vado all'autolavaggio a gettoni (quelli cleassici aperti 24h su 24).
Ma cominciamo con i materiali necessari:
- Shampoo neutro per carrozzerie
- Spray lavamotore
- Synpol
- Barattolino di grasso per contatti elettrici (dagli autoricambi)
- Grasso per catene
- Una spugna
- Un panno tipo microfibra (per lucidare la moto)
- Rotolo di nastro adesivo (per tappare gli scarichi)
- Una pelle di daino
Spruzzare liquido lavamotore sul motore (tassativamente freddo per evitare shock termici) e su tutti i punti in cui c’è la presenza di cumuli di grasso e sporcizia.
Una volta finito con il lavamotore, passiamo alla lancia.
Bagnare tutta la moto esclusivamente con acqua per eliminare la polvere (mi raccomando di non avvicinarvi troppo con l'acqua a pressione...io mi tengo di solito ad un paio di metri in modo di "nebulizzare" l'acqua facendo attenzione al motore, ai dispositivi elettrici come i fusibili o l’antifurto e il filtro dell’aria).
Arrivati al motore, abbiate cura di rimuovere eventuali residui di liquido lavamotore passato in precedenza. Ora passiamo allo spugnatura moderando la forza senza eccedere.
Rapido risciacquo e, se necessario, secondo passaggio di shampoo.
Adesso si può passare alla seconda fase: l'asciugatura.
Passare la pelle di daino per rimuovere l'acqua in eccesso e, se possibile, soffiare tutti i blocchetti e le parti "sensibili" con dell'aria compressa.
Dopo aver asciugato la moto, bisogna intervenire l'eventuale umidità nei componenti elettrici; io utilizzo il WD40 ma esistono anche spary piu' comuni ugualmente validi (Crc et simili).
Spruzzarne un pò dentro tutte le serrature e nei contatti elettrici (evitare di fare arrivare sui dischi dei freni prodotti lubrificanti).
Passiamo ora alla lucidatura; io consiglio l’uso del Synpol per una versdatilità anche su parabrezza, fari e forcelle; appena asciugato bisogna munirsi di panno in microfibra e lustrare a fondo.
Una volta che la moto è asciutta passare il grasso sulla catena evitando naturalmente di risporcare la moto ed evitando grumi e ammassi. (EVITARE ASSOLUTAMENTE DI INGRASSARE LA CATENA
CON IL MOTORE ACCESO E LA MARCIA INGRANATA).
Una volta finito non ci resta da testare il lavoro appena concluso.
A motore acceso, controllo generale dell’impianto elettrico, clacson, frecce, stop, posizione, anabbaglianti e abbaglianti. Tirare giù la moto dal cavalletto e fare un giretto per riscaldare per bene il motore eliminando completamente l’umidità.
Testare i freni per verificare che ci sia una risposta pronta; nel caso si fossero sporcati i dischi utilizzare uno sgrassatore spray.
Funziona tutto??E' venuta pulitissima???
Ok, allora adesso.....buon giro!!!!
giovedì 26 aprile 2012
Scaldare il motore: mito o realtà?
Molte volte ho avuto modo di affrontare questo argomento e ho trovato fondalmentalemente due realta' opposte sulla necessità di scaldare il motore.
Vediamo di fare chiarezza per riuscire ad avere un'idea di cio' che e' bene fare quando si sale su una moto con motore freddo (magari dopo una notte di parcheggio o dopo una lunga sosta).
Per venire a capo di questo "dilemma" utilizzerò le classiche domande che mi sono sentito porre con la speranza di far finalmente luce su un agomento cosi' interessante e soprattutto fondamentale per la longevità e le prestazioni del motore.
A che serve scaldare il motore?
Portare il motore all'ottimale temperatura di esercizio è fondamentale al fine di non compromettere il corretto funzionamento, la durata del motore stesso e ad uniformare la temperatura ai vari componenti; ogni motore e' studiato per avere un range di temperatura di esercizio specifica variabile dal tipo di motore e dal tipo di utilizzo per cui e' stato progettato.
Durante questa fase, infatti, ci sono differenze di temperatura notevoli fra i vari organi e fra le varie parti dello stesso organo.
Ad esempio il cielo del pistone si scalda immediatamente subendo una dilatazione maggiore rispetto a quella che subisce il cilindro. Tale differenza aumenta man mano che si scende verso il monoblocco.
Ciò comporta una deformazione sia del cilindro che del pistone riducendone la tolleranza e lasciando una possibilità di maggiore attrito in determinati punti; far girare troppo il motore in una situazione come quella esposta potrebbe creare attriti tali da danneggiarli o avere conseguenza ben peggiori.
Possiamo quindi dedurre che l'operazione di riscaldamento deve essere graduale ma allo stesso tempo più veloce possibile; questo per far raggiungere nel minor tempo possibile l'equilibrio tra i vari componenti.
Da quanto appena detto, possiamo dedurre che scaldare la moto al minimo non e' certo il modo piu' corretto (cosa che accade spessissimo).
Che differenze ci sono tra un motore freddo e uno caldo?
Quando un motore e' freddo le tolleranze di accoppiamento dei vari componenti meccanici non sono quelle ottimali per cui il motore e' stato progettato: il lubrificante potrebbe non aver raggiunto alcuni organi meccanici poichè la viscosità dell'olio è differente (minore) rispetto a quella di un olio in temperatura; la distribuzione delle temperature nei vari componenti non è omogenea e per finire la carburazione non è quella ottimale.
L'insieme di queste condizioni possono farci intuire il rischio nel caso un motore venisse "tirato" da freddo.
Il riscaldamento del motore varia in funzione alla durata della sosta?
Quando il motore è fermo da parecchio tempo ( in particolar modo se le soste si protraggono per giorni), gli organi meccanici sono sprovvisti di quella pellicola protettiva che serve a garantire un minore attrito tra i vari componenti, leggermente meglio và a chi utilizza la moto quotidianamente che potrà invece contare su una piccola lubrificazione residua.
Già questa definizione ci fà capire che l'operazione di riscaldamento sarà direttamente piu' meticolosa in base al tempo "di fermo" della moto.
E allora qual'e' il modo migliore per non danneggiare il "cuore" della nostra "amata"?
La risposta e' piu' semplice di quanto si creda:
La moto, una volta acceso il motore và lasciata qualche secondo al minimo (di solito il tempo di infilarsi il casco e i guanti); quando la corretta risposta del motore all'accelleratore è iniziata possiamo partire; la partenza consentirà al motore di erogare più potenza, di conseguenza il motore si scalderà più velocemente.
Ora...ho detto PARTIRE non CORRERE!
Dobbiamo difatti essere in grado di parzializzare l'uso dell'accelleratore evitando di superare 1/4 dei giri complessivi del motore evitanto di tirare le marce e cercando di utilizzare le marce più lunghe fino a che non si avrà la certezza che il motore sia veramente "in temperatura" .
La temperatura esterna influisce sulla durata del riscaldamento?
Certo! L'operazione di riscaldamento è proporzionale alla temperatura esterna e se così fatta, può durare alcuni minuti.
Il tempo necessario varia in base alla temperatura quindi più sarà rigida più i tempi saranno lunghi.
Ultimo accorgimento: la temperatura dell'acqua che si puo' leggere sullo strumento non corrisponde a quella dell'olio (che sarà molto più bassa), di conseguenza attendete ancora un pò prima di dar sfogo a tutti i cavalli della vostra "amata"....ve ne sarà riconoscente per mooooolto tempo! ;)
Vediamo di fare chiarezza per riuscire ad avere un'idea di cio' che e' bene fare quando si sale su una moto con motore freddo (magari dopo una notte di parcheggio o dopo una lunga sosta).
Per venire a capo di questo "dilemma" utilizzerò le classiche domande che mi sono sentito porre con la speranza di far finalmente luce su un agomento cosi' interessante e soprattutto fondamentale per la longevità e le prestazioni del motore.
A che serve scaldare il motore?
Portare il motore all'ottimale temperatura di esercizio è fondamentale al fine di non compromettere il corretto funzionamento, la durata del motore stesso e ad uniformare la temperatura ai vari componenti; ogni motore e' studiato per avere un range di temperatura di esercizio specifica variabile dal tipo di motore e dal tipo di utilizzo per cui e' stato progettato.
Durante questa fase, infatti, ci sono differenze di temperatura notevoli fra i vari organi e fra le varie parti dello stesso organo.
Ad esempio il cielo del pistone si scalda immediatamente subendo una dilatazione maggiore rispetto a quella che subisce il cilindro. Tale differenza aumenta man mano che si scende verso il monoblocco.
Ciò comporta una deformazione sia del cilindro che del pistone riducendone la tolleranza e lasciando una possibilità di maggiore attrito in determinati punti; far girare troppo il motore in una situazione come quella esposta potrebbe creare attriti tali da danneggiarli o avere conseguenza ben peggiori.
Possiamo quindi dedurre che l'operazione di riscaldamento deve essere graduale ma allo stesso tempo più veloce possibile; questo per far raggiungere nel minor tempo possibile l'equilibrio tra i vari componenti.
Da quanto appena detto, possiamo dedurre che scaldare la moto al minimo non e' certo il modo piu' corretto (cosa che accade spessissimo).
Che differenze ci sono tra un motore freddo e uno caldo?
Quando un motore e' freddo le tolleranze di accoppiamento dei vari componenti meccanici non sono quelle ottimali per cui il motore e' stato progettato: il lubrificante potrebbe non aver raggiunto alcuni organi meccanici poichè la viscosità dell'olio è differente (minore) rispetto a quella di un olio in temperatura; la distribuzione delle temperature nei vari componenti non è omogenea e per finire la carburazione non è quella ottimale.
L'insieme di queste condizioni possono farci intuire il rischio nel caso un motore venisse "tirato" da freddo.
Il riscaldamento del motore varia in funzione alla durata della sosta?
Quando il motore è fermo da parecchio tempo ( in particolar modo se le soste si protraggono per giorni), gli organi meccanici sono sprovvisti di quella pellicola protettiva che serve a garantire un minore attrito tra i vari componenti, leggermente meglio và a chi utilizza la moto quotidianamente che potrà invece contare su una piccola lubrificazione residua.
Già questa definizione ci fà capire che l'operazione di riscaldamento sarà direttamente piu' meticolosa in base al tempo "di fermo" della moto.
E allora qual'e' il modo migliore per non danneggiare il "cuore" della nostra "amata"?
La risposta e' piu' semplice di quanto si creda:
La moto, una volta acceso il motore và lasciata qualche secondo al minimo (di solito il tempo di infilarsi il casco e i guanti); quando la corretta risposta del motore all'accelleratore è iniziata possiamo partire; la partenza consentirà al motore di erogare più potenza, di conseguenza il motore si scalderà più velocemente.
Ora...ho detto PARTIRE non CORRERE!
Dobbiamo difatti essere in grado di parzializzare l'uso dell'accelleratore evitando di superare 1/4 dei giri complessivi del motore evitanto di tirare le marce e cercando di utilizzare le marce più lunghe fino a che non si avrà la certezza che il motore sia veramente "in temperatura" .
La temperatura esterna influisce sulla durata del riscaldamento?
Certo! L'operazione di riscaldamento è proporzionale alla temperatura esterna e se così fatta, può durare alcuni minuti.
Il tempo necessario varia in base alla temperatura quindi più sarà rigida più i tempi saranno lunghi.
Ultimo accorgimento: la temperatura dell'acqua che si puo' leggere sullo strumento non corrisponde a quella dell'olio (che sarà molto più bassa), di conseguenza attendete ancora un pò prima di dar sfogo a tutti i cavalli della vostra "amata"....ve ne sarà riconoscente per mooooolto tempo! ;)
venerdì 13 aprile 2012
On the Road Again: ovvero manutenzione importante o acquisto moto usata?
Cantavano cosi' i Rockets, gruppo musicale francese degli anni 70/80...praticamente tra i pionieri della musica elettronica.
Voi direte, che c'entrano i Rockets con le moto??
Effettivamente c'entrano poco ma la traccia "On the Road Again" calza perfettamente con ciò di cui sto per parlarvi.
Come sapete (o per chi non lo sapeva ora lo saprà), la mia moto attuale è un Tdm 850 del 2000....quindi di 12 anni; fin quì tutto ok...se non fosse per il fatto che come per la maggior parte dei mezzi "datati" o comunque con un chilometraggio considerevole, arriva il momento in cui bisogna intervenire in maniera "pesante" (a volte con cifre importanti) per continuare a goderne pienamente per molti altri chilometri.
Ci si trova quindi difronte al dilemma: spendo soldi o la cambio?
Bene, questo che sto' scrivendo viene dopo un'attenta valutazione e riflessione...complici anche i suggerimenti di amici (che hanno sempre un certo "peso").
E cosi', alla soglia degli 84.000 km, anche per me e' arrivato il momento di prendere una direzione...dippiù, di rispondere ad un dilemma: tenerla e spenderci soldi o cambiarla??
Sinceramente l'idea di cambiare moto, come per molti di noi, e' sempre un "pallino" che ci accompagna nella nostra vita motociclistica; la novità ha sempre una forte attrazione ma alla fine non e' detto che sia obbligatoriamente la direzione giusta da seguire.
E' un pò come la marmellata per i bambini...è bello mettere le dita in ogni barattolo....e noi di barattoli ne abbiamo a disposizione un'infinità!!
Nel mio caso, i lavori a cui dovrei andare incontro (e che mi hanno causato anche notti insonni), sono relativi alla distribuzione e a tutto cio' che ne ruota attorno (valvole, tendicatena etc etc).
Da quando ho preso la moto (di cui io sono il 4° proprietario), ho sempre avuto un dubbio sullo stato del mio mezzo...i precedenti proprietari probabilmente l'hanno trascurata e di conseguenza non avevo la certezza di cio' che era stato effettivamente fatto dal punto di vista manutentivo.
Ovviamente mi sono sempre preso cura di Aquilante (eh si,si chiama così) nel migliore dei modi e devo dire che grazie alle cure "amorevoli" e alla regolare manutenzione, nel complesso la moto ha recuperato lo smalto perso negli anni regalandomi tantissime emozioni e accompagnandomi ovunque anche in situazioni "gravose".
Il periodo economico poco felice (vale a dire che sono in Cassa Integrazione) e' stato di certo un freno per ciò che riguardava l'esborso per un lavoro cosi' importante dal punto di vista meccanico e non vi nascondo che mi sono guardato attorno in cerca di alternative....ed e' stato proprio il "guardare altre frontiere" che mi ha portato alla decisione di spendere sulla MITICA Tdm e portarla avanti il più possibile.
Difatti la logica era quella di ricavare un prezzo giusto per Aquilante e investire cio' che avrei speso per la manutenzione su un mezzo usato ma magari piu' "fresco"; il problema e' che nessuna delle moto che avrei potuto permettermi riusciva a comprire per intero la versatilità del Tdm (ovviamente chi ha la fortuna di poter avere risorse economiche puo' guardare la situazione da un'altro punto di vista).
Tra le papabili ho trovato moto con 600 cc da 4 cilindri (con poca coppia in basso e fin troppa in alto...quindi poco "turistici"); moto con un'erogazione piu' "logica" ma troppo pesanti; moto valide ma con gli stessi chilometraggi della mia....a questo punto mi sono reso conto che un Tdm posso cambiarlo solo con un altro Tdm.
Oltretutto so' che Aquilante ha le gomme nuove, un tris di bauletti, ha un equipaggiamento validissimo e soprattutto so' quale possono essere i prossimi interventi.
Non sono "classista" o di parte, ma ci si rende conto che una moto cosi' non ha un facile sostituto: riesce a fare di tutto, dal turismo alla guida in città, si può caricare all'inverosimile, ha una capienza di serbatoio che consente poche soste per i rifornimenti, sopporta pioggia senza battere ciglio e la manutenzione richiesta è veramente minima (e soprattutto in buona parte riesco a farla da me).
L'unica tipologia con cui la cambierei e' quella custom...ma gia' ci sono passato e so' che per i lunghi spostamenti mi pentirei appena presa una statale o peggio ancora, un'autostrada...ovviamente a favore dell'estetica.....ma li' è questione di gusti.
E cosi' lunedì la portero' dal meccanico (graaande amico) per questo "importante" traguardo, sono sicuro che sarà la scelta migliore.
Spero che quanto scritto riesca a far riflettere chi, come me, ha l'idea di cambiare mezzo e non ha le risorse per farlo; pensate bene a cio' che avete e a cio' che avrete cambiandola, fatevi due conti....e seguite il cuore.
Quindi....On the road again, Aquilante!!
PS: visto che ho citato i Rockets...questa e' una loro traccia...buon ascolto!!
Traccia dei Rockets
Voi direte, che c'entrano i Rockets con le moto??
Effettivamente c'entrano poco ma la traccia "On the Road Again" calza perfettamente con ciò di cui sto per parlarvi.
Come sapete (o per chi non lo sapeva ora lo saprà), la mia moto attuale è un Tdm 850 del 2000....quindi di 12 anni; fin quì tutto ok...se non fosse per il fatto che come per la maggior parte dei mezzi "datati" o comunque con un chilometraggio considerevole, arriva il momento in cui bisogna intervenire in maniera "pesante" (a volte con cifre importanti) per continuare a goderne pienamente per molti altri chilometri.
Ci si trova quindi difronte al dilemma: spendo soldi o la cambio?
Bene, questo che sto' scrivendo viene dopo un'attenta valutazione e riflessione...complici anche i suggerimenti di amici (che hanno sempre un certo "peso").
E cosi', alla soglia degli 84.000 km, anche per me e' arrivato il momento di prendere una direzione...dippiù, di rispondere ad un dilemma: tenerla e spenderci soldi o cambiarla??
Sinceramente l'idea di cambiare moto, come per molti di noi, e' sempre un "pallino" che ci accompagna nella nostra vita motociclistica; la novità ha sempre una forte attrazione ma alla fine non e' detto che sia obbligatoriamente la direzione giusta da seguire.
E' un pò come la marmellata per i bambini...è bello mettere le dita in ogni barattolo....e noi di barattoli ne abbiamo a disposizione un'infinità!!
Nel mio caso, i lavori a cui dovrei andare incontro (e che mi hanno causato anche notti insonni), sono relativi alla distribuzione e a tutto cio' che ne ruota attorno (valvole, tendicatena etc etc).
Da quando ho preso la moto (di cui io sono il 4° proprietario), ho sempre avuto un dubbio sullo stato del mio mezzo...i precedenti proprietari probabilmente l'hanno trascurata e di conseguenza non avevo la certezza di cio' che era stato effettivamente fatto dal punto di vista manutentivo.
Ovviamente mi sono sempre preso cura di Aquilante (eh si,si chiama così) nel migliore dei modi e devo dire che grazie alle cure "amorevoli" e alla regolare manutenzione, nel complesso la moto ha recuperato lo smalto perso negli anni regalandomi tantissime emozioni e accompagnandomi ovunque anche in situazioni "gravose".
Il periodo economico poco felice (vale a dire che sono in Cassa Integrazione) e' stato di certo un freno per ciò che riguardava l'esborso per un lavoro cosi' importante dal punto di vista meccanico e non vi nascondo che mi sono guardato attorno in cerca di alternative....ed e' stato proprio il "guardare altre frontiere" che mi ha portato alla decisione di spendere sulla MITICA Tdm e portarla avanti il più possibile.
Difatti la logica era quella di ricavare un prezzo giusto per Aquilante e investire cio' che avrei speso per la manutenzione su un mezzo usato ma magari piu' "fresco"; il problema e' che nessuna delle moto che avrei potuto permettermi riusciva a comprire per intero la versatilità del Tdm (ovviamente chi ha la fortuna di poter avere risorse economiche puo' guardare la situazione da un'altro punto di vista).
Tra le papabili ho trovato moto con 600 cc da 4 cilindri (con poca coppia in basso e fin troppa in alto...quindi poco "turistici"); moto con un'erogazione piu' "logica" ma troppo pesanti; moto valide ma con gli stessi chilometraggi della mia....a questo punto mi sono reso conto che un Tdm posso cambiarlo solo con un altro Tdm.
Oltretutto so' che Aquilante ha le gomme nuove, un tris di bauletti, ha un equipaggiamento validissimo e soprattutto so' quale possono essere i prossimi interventi.
Non sono "classista" o di parte, ma ci si rende conto che una moto cosi' non ha un facile sostituto: riesce a fare di tutto, dal turismo alla guida in città, si può caricare all'inverosimile, ha una capienza di serbatoio che consente poche soste per i rifornimenti, sopporta pioggia senza battere ciglio e la manutenzione richiesta è veramente minima (e soprattutto in buona parte riesco a farla da me).
L'unica tipologia con cui la cambierei e' quella custom...ma gia' ci sono passato e so' che per i lunghi spostamenti mi pentirei appena presa una statale o peggio ancora, un'autostrada...ovviamente a favore dell'estetica.....ma li' è questione di gusti.
E cosi' lunedì la portero' dal meccanico (graaande amico) per questo "importante" traguardo, sono sicuro che sarà la scelta migliore.
Spero che quanto scritto riesca a far riflettere chi, come me, ha l'idea di cambiare mezzo e non ha le risorse per farlo; pensate bene a cio' che avete e a cio' che avrete cambiandola, fatevi due conti....e seguite il cuore.
Quindi....On the road again, Aquilante!!
PS: visto che ho citato i Rockets...questa e' una loro traccia...buon ascolto!!
Traccia dei Rockets
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giovedì 22 marzo 2012
Costiera Amalfitana: tra curve e panorami mozzafiato
Questo itinerario avrei potuto inserirlo tra quelli a breve raggio ma i posti sono cosi' belli che si consiglia di girarlo in più giorni per apprezzarne tutte le sfumature che riescono a offrire.
Si consiglia di scegliere periodi poco affollati poiche' le strade e le strutture, trattandosi di costiera, hanno un bacino di utenze elevato e potreste trovare difficolta' anche sistemare la tenda in un campeggio.
La partenza, neanche a dirlo, e' sempre da Roma; l'itinerario scelto non prevede autostrada per motivi puramente paesagistici....praticamente dalla costa laziale a quella sorrentina.
Indicazioni Stradali
Dopo giorni di attesa, finalmente siamo pronti...ci aspettano chilometri di strada per arrivare alla Costiera Amalfitana...questa e' Aquilante alla partenza:
La strada scorre veloce, il mare sempre alla nostra destra ci accompagna fino alla prima sosta: Gaeta.
Eravamo gia' stati a Gaeta (non essendo distante da Roma) ma e' sempre un piacere sostare alla piazzetta e mangiarci un buon panino sotto gli alberi....e con la scusa scattare qualche foto per il blog.
Questa e' la foto al monumeto ai caduti, gli alberi in fondo sono quelli dove stavamo "accasciati" durante il pranzo (rigorosamente "al sacco") :
Dopo aver riempito lo stomaco, ci rimettiamo in sella....tutta una tirata fino a Sorrento, accompagnati da una curiosità sempre maggiore nel vedere posti raccontati (e raccomandati ) tante volte.
La prima notte, diversamente dal nostro "standard", l'abbiamo trascorsa in Hotel...gentilmente offerto dal fratello della mia dolce metà.
La mattina successiva, dopo aver fatto un'abbondante colazione, ci avviamo in cerca di un campeggio (zingaro style) e quì ci troviamo davanti ad una realtà inaspettata: i campeggi sono pochi, costano un sacco, le infrastrutture non sono eccellenti e sono tutti (quasi) al completo.
Dopo un girovagare continuo con moto carica e con un sole molto "presente", abbiamo trovato un compromesso tra prezzo/servizio solamente in questo campeggio che consiglio caldamente sia per la tranquillità che per la posizione "strategica":
LINK CAMPEGGIO A SORRENTO
Montata la tenda, riprendiamo la moto e comiciamo a guardarci realmente attorno e....che bei posti!!!!
Mare, sole, una vegetazione rigogliosissima, panorami bellissimi e soprattutto...una strada fantastica!
Qualche foto per rendere meglio quello che puo' aspettarvi...
Curve, tornanti, brevi rettilinei in cui lo sguardo "sconfina" il parapetto...ragazzi, la strada della costiera ve la consiglio caldamente!!
La moto trova in un contesto del genere un ruolo fondamentale; spesso abbiamo pensato che in macchina avremmo goduto forse solo un 5% di quello che abbiamo fatto in moto....senza contare il divertimento!
Un'altra cosa che abbiamo notato e non puo' far altro che piacere, è il numero enorme di moto e scooter che popolano questi posti...sono proprio a misura di due ruote!
Ed ora riprendiamo il giro, prima tappa Sorrento:
Sorrento trasmette un'atmosfera indescrevibile, tra i colori dei limoncelli in vendita e il rpofumo di pizza...c'e' da restare veramente colpiti!
Approposito di ristorantini carini....
Ovviamentea Sorrento il numero dei turisti e' molto alto, per apprezzarla a pieno vi consiglio di fare una passeggiata serale tra i vicoli fino all'affaccio sulla costiera.
La mattina successiva, destinazione Positano:
Ecco, quì devo dire di aver trovato difficolta' anche a parcheggiare la moto....ovviamente in una costiera lo spazio e' limitato e l'unico modo per lasciare le due ruote è stato quello di pagare un garage ad ore...ma vabbè, con un posto così bello ne vale la pena ;)
Quì, a differenza di Sorrento, i prodotti principali sono le tessiture e i quadri realizzati dai pittori locali; troverete moltissime gallerie d'arte...entrate e vedrete dei quadri con dei colori IDENTICI a quelli "esterni"....peccato che la moto non abbia posto per souvenir "importanti" altrimenti un'acquisto era proprio da farlo!
Terzo giorno, Amalfi!
Ahhhh, un'altra meraviglia!!! Ci vorrebbero 2 settimane solo per essere coscienti di quello che si ha davanti!
Storia, arte e panorami sono miscelati tra loro in una maniera cosi' intensa da sembrare irreale; qualunque foto finora postata non renderà mail l'idea di cio' che si prova girando a piedi nelle scalinate di Amalfi..
Tanto per rendere l'idea...
Ad Amalfi, non si puo' non visitare la Piazza del Duomo...
Bene, Amlfi c'e' piaciuta....e visto che ho un blog, volevo salutare un motociclista incontrato lungo la strada.
E' stato un incontro eccezionale, non ci siamo mai parlati ma avevamo la stessa moto...un giorno mi ha seguito sulla costiera ed e' capitato di incontrarla anche parcheggiata vicino alla mia....
Chiunque tu sia...un lampeggio!!
Gia' che siamo sulla costiera Amalfitana, consiglio di dare un'occhiata al paese di Ravello...ci sono dei giardini cosi' belli da lasciare senza fiato...
....e dei panorami...ne vogliamo parlare?
Bhe, mi sembra di aver descritto (molto a grandi linee), quello che la costiera Amalfitana puo' offrire....ma solo andandoci di persona ci si rende conto dei patrimoni che abbiamo nel nostro paese e a quanto, spesso, si vada a cercare all'estero quello che qui' e' a portata di mano (ehm...di moto).
E vorrei salutarvi cosi', con un caldo sole su uno splendido mare...
Si consiglia di scegliere periodi poco affollati poiche' le strade e le strutture, trattandosi di costiera, hanno un bacino di utenze elevato e potreste trovare difficolta' anche sistemare la tenda in un campeggio.
La partenza, neanche a dirlo, e' sempre da Roma; l'itinerario scelto non prevede autostrada per motivi puramente paesagistici....praticamente dalla costa laziale a quella sorrentina.
Indicazioni Stradali
Dopo giorni di attesa, finalmente siamo pronti...ci aspettano chilometri di strada per arrivare alla Costiera Amalfitana...questa e' Aquilante alla partenza:
La strada scorre veloce, il mare sempre alla nostra destra ci accompagna fino alla prima sosta: Gaeta.
Eravamo gia' stati a Gaeta (non essendo distante da Roma) ma e' sempre un piacere sostare alla piazzetta e mangiarci un buon panino sotto gli alberi....e con la scusa scattare qualche foto per il blog.
Questa e' la foto al monumeto ai caduti, gli alberi in fondo sono quelli dove stavamo "accasciati" durante il pranzo (rigorosamente "al sacco") :
Dopo aver riempito lo stomaco, ci rimettiamo in sella....tutta una tirata fino a Sorrento, accompagnati da una curiosità sempre maggiore nel vedere posti raccontati (e raccomandati ) tante volte.
La prima notte, diversamente dal nostro "standard", l'abbiamo trascorsa in Hotel...gentilmente offerto dal fratello della mia dolce metà.
La mattina successiva, dopo aver fatto un'abbondante colazione, ci avviamo in cerca di un campeggio (zingaro style) e quì ci troviamo davanti ad una realtà inaspettata: i campeggi sono pochi, costano un sacco, le infrastrutture non sono eccellenti e sono tutti (quasi) al completo.
Dopo un girovagare continuo con moto carica e con un sole molto "presente", abbiamo trovato un compromesso tra prezzo/servizio solamente in questo campeggio che consiglio caldamente sia per la tranquillità che per la posizione "strategica":
LINK CAMPEGGIO A SORRENTO
Montata la tenda, riprendiamo la moto e comiciamo a guardarci realmente attorno e....che bei posti!!!!
Mare, sole, una vegetazione rigogliosissima, panorami bellissimi e soprattutto...una strada fantastica!
Qualche foto per rendere meglio quello che puo' aspettarvi...
Curve, tornanti, brevi rettilinei in cui lo sguardo "sconfina" il parapetto...ragazzi, la strada della costiera ve la consiglio caldamente!!
La moto trova in un contesto del genere un ruolo fondamentale; spesso abbiamo pensato che in macchina avremmo goduto forse solo un 5% di quello che abbiamo fatto in moto....senza contare il divertimento!
Un'altra cosa che abbiamo notato e non puo' far altro che piacere, è il numero enorme di moto e scooter che popolano questi posti...sono proprio a misura di due ruote!
Ed ora riprendiamo il giro, prima tappa Sorrento:
Sorrento trasmette un'atmosfera indescrevibile, tra i colori dei limoncelli in vendita e il rpofumo di pizza...c'e' da restare veramente colpiti!
Approposito di ristorantini carini....
Ovviamentea Sorrento il numero dei turisti e' molto alto, per apprezzarla a pieno vi consiglio di fare una passeggiata serale tra i vicoli fino all'affaccio sulla costiera.
La mattina successiva, destinazione Positano:
Quì, a differenza di Sorrento, i prodotti principali sono le tessiture e i quadri realizzati dai pittori locali; troverete moltissime gallerie d'arte...entrate e vedrete dei quadri con dei colori IDENTICI a quelli "esterni"....peccato che la moto non abbia posto per souvenir "importanti" altrimenti un'acquisto era proprio da farlo!
Terzo giorno, Amalfi!
Ahhhh, un'altra meraviglia!!! Ci vorrebbero 2 settimane solo per essere coscienti di quello che si ha davanti!
Storia, arte e panorami sono miscelati tra loro in una maniera cosi' intensa da sembrare irreale; qualunque foto finora postata non renderà mail l'idea di cio' che si prova girando a piedi nelle scalinate di Amalfi..
Tanto per rendere l'idea...
Bene, Amlfi c'e' piaciuta....e visto che ho un blog, volevo salutare un motociclista incontrato lungo la strada.
E' stato un incontro eccezionale, non ci siamo mai parlati ma avevamo la stessa moto...un giorno mi ha seguito sulla costiera ed e' capitato di incontrarla anche parcheggiata vicino alla mia....
Chiunque tu sia...un lampeggio!!
Gia' che siamo sulla costiera Amalfitana, consiglio di dare un'occhiata al paese di Ravello...ci sono dei giardini cosi' belli da lasciare senza fiato...
Bhe, mi sembra di aver descritto (molto a grandi linee), quello che la costiera Amalfitana puo' offrire....ma solo andandoci di persona ci si rende conto dei patrimoni che abbiamo nel nostro paese e a quanto, spesso, si vada a cercare all'estero quello che qui' e' a portata di mano (ehm...di moto).
E vorrei salutarvi cosi', con un caldo sole su uno splendido mare...
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